Ma cosa hai messo nel caffè…
“Umanizzare il consumo attraverso la tecnologia”. Questa è la vision di Farmer Connect che lancia il suo progetto, basato sulla blockchain, per tracciare una delle filiere più complesse del comparto agroalimentare: quella del caffè.
Farmer Connect è nata dall’idea che la tecnologia dovrebbe unire le persone, dare potere alle piccole imprese e ridurre i costi e le inefficienze delle imprese globali. Il progetto si basa sulla tecnologia IBM Blockchain e si propone di tracciare l’intera storia del chicco di caffè, dall’albero alla tazzina e aprire un nuovo orizzonte per agricoltori, consumatori e tutti gli attori della filiera.
L’obiettivo è colmare la distanza che esiste tra il barista/consumatore e il produttore creando un “filo diretto” tra tutte le figure protagoniste del percorso, favorendo la tracciabilità, l’efficienza e l’equità nella catena di approvvigionamento del caffè. Il progetto consentirà l’archiviazione, la condivisione sicura e inalterabile di tutti i passaggi, tracciando una delle filiere più complesse del comparto agroalimentare.
Il caffè proviene da paesi spesso tecnologicamente arretrati. Per questo il proposito di Farmer Connect è una sfida non da poco, che potrebbe aiutare anche a diminuire i passaggi dal campo alla torrefazione. Ridurre le intermediazioni è uno dei pilasti della blockchain.
Il progetto a regime prevede due differenti app.
Attraverso Thank My Farmer il consumatore scansionando il codice QR può conoscere l’azienda, ricevere aggiornamenti sui progetti di sostenibilità nella comunità degli agricoltori, decidere di supportarli economicamente e condividere sui social. La blockchain diventa oltre che un mezzo per tracciare e identificare prodotti e produttori, anche un sostegno concreto per i contadini.
Per gli agricoltori invece l’applicazione Farmer ID (il cui lancio sarà nel 2020) coinvolgerà tutti i soggetti (dalla produzione al trasporto, dalla trasformazione alla commercializzazione) che potranno arricchire di informazioni immutabili nel tempo, garantendo una tracciabilità completa del prodotto.
Per il momento non ci sono torrefazioni italiane che hanno aderito al progetto. In Stati Uniti e Canada, invece, diversi marchi inseriranno il qrcode. In Europa sarà Beyers 1979, nuovo marchio di Beyers Koffie il primo ad aderire .